Ben fatto è meglio che ben detto!
- Benjamin Franklin -
Mi è capitato di imbattermi
spesso in pubblicazioni, siti internet, post, in cui il guru del momento ti
dice che cosa devi fare per essere felice, per realizzarti, per avere una vita
piena di soddisfazione. L'intento di queste persone è positivo: vorrebbero
creare maggior prosperità maggior benessere tra le persone, ma ecco che a
questo punto mi torna alla mente una celebre frase di Oscar Wilde "Le peggiori cose sono sempre fatte con le migliori intenzioni".
Mi spiego meglio. Secondo te, chi andrà a cercare pagine o acquistare prodotti
in cui trovare informazioni sul benessere psicologico? Ossia qual è il target di persone che molto più
probabilmente di altre capiteranno nei contenuti pubblicati su come stare bene?
Credo che la risposta sia abbastanza ovvia: persone che verosimilmente abbiano
qualche malessere psicologico, persone che si sentono giù, persone che
vorrebbero cercare di fare qualcosa per migliorare la loro condizione; se
queste non sono ancora riuscite ad uscirne è molto probabile che siano intrappolate
nei loro stessi schemi mentali che continuano a ripetersi rigidamente in un
meccanismo che si autoalimenta: il circolo vizioso. Sì perché spesso si tenta
di risolvere i problemi continuando a cercare la soluzione con la stessa
categoria di soluzioni. Oltre al fatto
che in TUTTI c'è una naturale resistenza
al cambiamento che mantiene in equilibrio un sistema psicologico e che ci
permette di vivere (certo l'equilibrio può anche essere disfunzionale!). Questo
andrebbe tenuto seriamente di conto quando ci si vuole rivolgere a persone che
hanno dei malesseri psicologici e stanno cercando aiuto.
Si trova spesso scritto: Smetti
di criticarti! Smetti di incolparti! Abbi chiaro l'obiettivo della tua vita! Sii
spontaneo! Divertiti!
Certo, ripeto, i consigli
sarebbero anche buoni! Ma peccato che questi GRANDI ESPERTI DI COMUNICAZIONE commettano
un grandissimo e pericolosissimo errore! Quello di cadere in stili comunicativi
inefficaci se non addirittura dannosi o paradossali! La mente non funziona in
modo lineare e logico ed è per questo il paradosso si insinua molto facilmente.
Scusate cari GURU ma che cosa può pensare e sentire una persona che generalmente
si critica pesantemente quando gli viene consigliato tramite un imperativo di
smettere di criticarsi? Io credo che con molta probabilità essa sentirà ancora
di più di continuare a sbagliare, di commettere un errore criticandosi. Che cosa dovrebbe mai fare? Certamente correggersi! Sta sbagliando ancora
perché si critica! E per correggersi che cosa farà? Ovvio! Aumenterà ancora di
più la dose della critica! Che a sua volta verrà inibita ancora dall'imperativo
smetti di criticarti, rifiutati di criticarti! Questo meccanismo di tentata
soluzione può creare una spirale di sofferenza molto forte, che porta veramente
ad auto-imprigionarsi in una ricerca della via di uscita senza fine! Lo stesso
per gli altri illuminati consigli.
Sii spontaneo! Certo ottimo!
Peccato che nel momento in cui io pensi ad essere spontaneo sto perdendo la mia
spontaneità, perché applico una forma di controllo a qualcosa che non dovrebbe
averne! Un classico esempio di doppio legame comunicativo (double blind). Per doppio legame si intende
"una situazione in cui una persona è posta di fronte a messaggi
contraddittori, la cui natura non è immediatamente evidente perché celata o
negata, o perché i messaggi sono di livelli diversi, e in cui non si può
neppure scappare, né osservare e commentare efficacemente le contraddizioni"
(Weakland e Jackson, 1958).
Oppure ingiungendo, smetti di
colpevolizzarti! Che cosa otteniamo? Probabilmente che la persona si senta
rimproverata perché si colpevolizza, o in altri termini viene fatta sentire in
colpa perché si sente in colpa! Risultato? Doppia colpa! Geniale no?
Lo stesso per il divertimento!
Nel momento in cui ti forzi a divertirti, che cosa ottieni? Ovviamente che non
ti diverti affatto! Magari quindi ti senti pure in colpa verso te stesso perché
non sei capace di divertirti come gli altri e quindi che fai? Seguendo
l'ingiunzione ti sforzerai ancora di più di divertirti con risultati ovviamente
disastrosi!
Bisogna considerare che nella
comunicazione interpersonale i paradossi sono all'ordine del giorno, ma pensare
di rivolgersi a figure professionali, guru, scrittori motivazionali e via
dicendo, che si fanno pagare fior di soldi, per ricevere indietro veleno per la
nostra mente, ovviamente fa rabbrividire!
Questi bellissimi consigli oltretutto
calcano la mano su una pericolosa dose di senso di colpa ed andrebbero evitati
come la peste! Dire queste cose in questo modo, anziché aiutare le persone ad
uscire da stati di malessere, rischiano di aggravare la situazione, se non
addirittura a far cadere dentro la spirale altri che stavano complessivamente
bene, ma che avevano solo bisogno di un po' di supporto.
L'arte di ingiungere, ossia
indurre a fare qualcosa, è complessa specie poi quando si tratta di terreni
come quelli legati al cambiamento psicologico. Tuttavia il paradosso
comunicativo può essere però sfruttato a livello terapeutico nella misura in
cui la persona viene costretta a fermarsi e a riflettere sull'incongruenza
di due messaggi contrastanti e grazie proprio alla comunicazione paradossale è indotta
a notare l'incompatibilità delle possibili scelte presentate. A quel punto il
terapeuta avrà raggiunto lo scopo di aver portato il paziente a mettere in
dubbio la sua costruzione, la sua realtà patologica, conducendolo verso un
percorso di guarigione, senza aver dato ingiunzioni colpevolizzanti.
Ci vuole molta intelligenza,
signori, forse troppa, quando ci si addentra in terreni come quelli della
crescita personale e del benessere. Si rischia di cadere preda di gente dai
facili entusiasmi che ti promette oro e ricchezza e felicità mediante
ingiunzioni pericolose. Non solo loro, purtroppo, anche grandi nomi della formazione
e della psicoterapia, che magari si avvalgano per le loro spiegazioni del
capitale testo Pragmatica della
comunicazione umana, finiscono per cadere in questi errori... facendo più danni della
grandine! Se un individuo diviene in grado di riconoscerle è in grado anche di
lasciarle perdere e magari prendere quanto c'è di buono nel consiglio stesso,
ma ripeto, ci vuole molta attenzione e intelligenza.
Grazie a tutti
Una madre stava parlando al telefono con lo
psichiatra della figlia schizofrenica e si lamentava delle ricadute della
ragazza. Ma di solito quando diceva che la figlia era ricaduta voleva dire che
la ragazza si era mostrata più indipendente e che aveva battibeccato con lei.
Da qualche giorno, per esempio, la figlia era andata a stare per conto suo in
un appartamento, una decisione che aveva abbastanza infastidito la madre. Il
terapeuta le chiese di fare un esempio di quello che lei definiva comportamento
disturbato e la donna rispose: “ Oggi, per esempio, volevo che venisse a
pranzo da me e abbiamo avuto da discorrere perché lei credeva di non aver
voglia di venire “. Quando il terapeuta le chiese come era andata a
finire la discussione, la madre disse con rabbia: “ Naturalmente l’ho
convinta a venire perché sapevo bene che in fondo voleva venire e che non ha
mai il coraggio di dirmi di no”. L’opinione della madre è che quando la ragazza
dice ‘no’ significa che vuol venire, perché lei sa meglio della figlia quello
che passa nella sua mente confusa. Ma quando la ragazza dice ‘ sì ‘? ‘
Sì ‘ non vuol dire ‘ sì ‘, vuol dire soltanto che la
figlia non ha mai la forza di dire ‘ no ‘. Sia la madre che la
figlia sono dunque legate da questo modo paradossale di etichettare i messaggi.
Watzlawick P., “Pragmatica della comunicazione
umana”, Astrolabio, pag. 208
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