Non esiste quello che pensate o sentite di essere. Siete tutto ciò che
potete diventare
- Owen Fitzpatrick-
- Owen Fitzpatrick-
Chiunque abbia fatto almeno una volta una ricerca
online sul miglioramento personale si sarà imbattuto di sicuro in uno della
miriade di siti che consigliano di fare ripetizioni di affermazioni potenzianti
e positive, come se fosse un mantra continuo, per poter ottenere un miglioramento
dello stato psicologico e di vita. Come ad esempio le tecniche della famosa
Louise L. Hay che consiglia di usare uno specchio e ripetersi davanti ad esso
frasi amorevoli e di accettazione, o di scriverli su un foglio in abbondante
quantità. Molti sostengono di aver tratto risultati positivi da questo metodo e
non è certo mia intenzione contraddirli, tuttavia ho trovato citata poche volte
(per la verità solo una volta sul blog di Zewale Rovesta) una tecnica a mio avviso molto
più interessante, che riprende il metodo delle affermazioni potenzianti ma le
sposta ad un livello più cognitivo. Certamente ripetersi 200 volte al giorno
"io mi amo e mi voglio bene così come sono", aiuta di sicuro, ma nel
mio caso, e forse anche nel caso di altri, questo metodo non è servito ad un
granché. In misura maggiore devo dire perché le normali affermazioni trovano
mille resistenze psicologiche e il rischio è quello di incappare in un
ulteriore conflitto interiore se non addirittura forzarsi troppo a cambiare. Ho
invece trovato un migliore riscontro, con le cosiddette afformazioni, di cui però
ben poco si parla, vediamo di capire meglio di che cosa si tratta.
Il concetto di afformazione
è stato introdotto da Noah St. John con l'intento proprio di aggirare le
resistenze psicologiche ed evitare il conflitto interiore. Il concetto deriva
dalla cibernetica e dal semplice concetto di circuito aperto e circuito chiuso:
l'affermazione è un circuito chiuso, poiché non lascia spazio a nessun'altra
cosa, è così e basta, mentre l'afformazione viene proposta come un
circuito aperto, la cui chiusura è lasciata all'individuo, che sarà
spontaneamente portato a voler chiudere il circuito. Tutto questo semplicemente
ponendosi delle domande potenzianti, anziché fare affermazioni.
Tutti noi in realtà abbiamo già sperimentato questo
metodo, anche se inconsapevolmente e spesso purtroppo ponendosi domande
depotenzianti e svilenti tipo: Come mai mi vanno tutte male? Perché mi sento
sempre incapace e inadeguato? Perché è tutto così difficile? Il problema
signori è che LA MENTE VA AUTOMATICAMENTE ALLA RICERCA DELLE RISPOSTE e che
risposte verranno date secondo voi a queste domande? Si andranno a cercare
inutili cause che serviranno solo ad ingigantire il problema e a sviluppare
convinzioni demotivanti e svilenti sulle persone, sulla vita e su sé stessi. Se
invece sfruttiamo il meccanismo automatico di ricerca delle risposte della
mente, formulando domande potenzianti, ecco che possiamo invece cominciare a
scardinare vecchie convinzioni senza però entrare in conflitto con i valori e
le norme finora interiorizzati.
Facciamo qualche esempio pratico:
Perché sono rilassato?
Perché ogni giorno le cose vanno sempre un po'
meglio?
Perché mi sento sempre più a mio agio con la gente?
Perché sono degno di essere felice e amato?
Perché le mie emozioni e i miei pensieri sono
qualcosa di positivo?
E così via, ovviamente potete personalizzarle e a
seconda delle problematiche che avete, usando la vostra creatività.
Provate a porvi una domanda di queste, noterete che con tutta probabilità la
vostra mente comincia già a rispondere senza nemmeno che voi lo vogliate! In
altre parole giungerete da soli a darvi una risposta potenziante, senza
introdurla con la forza. Se per esempio ti chiedi "Perché sono
rilassato?" le risposte che potrebbero venire fuori suonerebbero qualcosa
come: "Perché in questo momento sono al sicuro, perché tutto è tranquillo e
nessun pericolo è intorno a me".
Questo sistema delle domande aperte è molto utile ed
efficace se la domanda viene posta come se fosse già per scontato che la cosa
esistesse. E ricordatevi con il "come se", si ottengono grandissime
cose. (Vedi post sul "come se")
Sperimentate questa tecnica e se all'inizio le
risposte non arrivano non importa, limitatevi soltanto a formulare le domande,
vedrete che presto giungeranno anche le risposte con pochissimo sforzo.
Ritagliatevi dei momenti della giornata in cui non
vi sentite stressati o pressati, il migliore secondo me è prima di
addormentarsi, bastano 10 minuti. Non assillatevi durante la giornata con
queste domande perché non serve, continuate solo nello spazio prestabilito.
Grazie a tutti!!