Tu non puoi essere altro che te stesso.
Allora rilassati.
L’esistenza ha bisogno di te così come sei.
-Osho-
A molti di noi capita di sentirsi soli, abbandonati dagli altri, trattati con superficialità, esclusi. Può accadere a tutte le età e per i motivi più disparati. Solo che spesso questo causa forte malessere e non ci si sente bene, spesso purtroppo finendo con il credere che siamo noi a interpretare male la vita e gli episodi che ci accadono e per tale ragione ci colpevolizziamo in eccessiva misura. Tutto intorno poi sembra non rimarcare altro che la nostra incapacità di sentirci bene. Magari parenti, amici e spesso persino i terapeuti si mettono a dirti che vedi le cose dall'angolatura sbagliata e che dovresti cambiare prospettiva e partono con la storia degli occhiali neri che distorcono la vita.
Il guaio è che come ho sottolineato nel post "Attento agli imperativi!" , il modo di dire queste cose spesso può far sentire la persona ancora più sbagliata portandola a creare un ulteriore conflitto con sé stessa, ossia giungendo ad aggravare il problema! Se ad una persona che viene a chiedere aiuto perché sta male, le diciamo che sbaglia, come volete che si senta? Ovviamente peggio! Anzi, in questo modo non si fa altro che contribuire ancor di più a far nascere una sorta di odio per sé stessi, per i propri stati d'animo e i propri pensieri, considerati sempre di più sbagliati e da cambiare! Io credo che non ci sia niente di peggio che il sentirsi internamente sbagliati, ritenere che i nostri pensieri ed emozioni non vadano bene e cominciare ad agire di conseguenza come se questa realtà fosse vera. Così in realtà per un normalissimo senso di solitudine, si può finire a stare molto molto peggio, purtroppo, se la cosa diventa un problema e viene considerata come una cosa sbagliata.
Sono cosciente che amici, familiari e terapeuti dicano le cose a fin di bene, ma mi preme di sottolineare che ogni emozione che senti ha un suo perché! Se è lì c'è un motivo e nessuno, NESSUNO, ha il diritto di dirti cosa dovresti pensare o sentire "di giusto". Quello che senti o pensi ha i suoi motivi assolutamente leciti nella tua esperienza; cercare di esercitare un controllo non serve a niente. I pensieri e le emozioni devono essere liberi di salire così come sono. L'azione invece è un'altra cosa, l'azione è quello che conta. Tu puoi sentirti solo e decidere di vedere degli amici, oppure, farne un problema e rinchiuderti in te stesso isolandoti.
Dunque come agire? Che fare quando non si ha voglia di niente se non soltanto di rinchiudersi in camera a piangere disperatamente a giornate intere?


Un abbraccio a tutti!
Grazie!
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